Scuole di psicoterapia

Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo Sistemico-Relazionale e Orientamento Etno-Sistemico-Narrativo.

Roma

Indirizzo: via San Crisogono, 39 - Roma

Lazio

Sistemico-Relazionale e Orientamento Etno-Sistemico-Narrativo.

Direttore Natale Losi.

Telefono 331.7149736

http://www.etnopsi.it

Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad Indirizzo
Sistemico-Relazionale e Orientamento
Etno-Sistemico-Narrativo -
Roma.
Riconosciuta dal MIUR (D.D. 29/5/2009 - G.U. n. 135 del 13/6/2009).

DIREZIONE
via San Crisogono, 39 - Roma.
Tel.: 331.7149736.
PRESENTAZIONE
La Scuola Quadriennale di Psicoterapia ad Indirizzo Sistemico-Relazionale e Orientamento Etno-Sistemico-Narrativo è l'unica Scuola riconosciuta in Italia ad applicare questo orientamento.
SBOCCHI PROFESSIONALI
La Scuola fornisce una specializzazione sia per il lavoro psicoterapeutico con le famiglie, con gli individui ed i gruppi, attraverso il classico approccio sistemico-relazionale; sia per il lavoro etnopsichiatrico, particolarmente indicato nei contesti in cui le migrazioni e la creolizzazione della società richiedono nuovi strumenti di comprensione, tanto per il lavoro con i migranti, quanto per quello con gli "autoctoni".
INDIRIZZO TEORICO
L'orientamento etno-sistemico-narrativo
La narrazione e il racconto sono territori da esplorare per continue rinascite e metamorfosi che, specie nelle migrazioni, possono essere incompiute e laceranti (Nathan).
Le trasformazioni obbligate minano l'integrità psichica mentre la narrazione espleta una funzione terapeutica e preventiva in quanto riesce a introdurre un movimento in situazioni apparentemente bloccate, ripetitive e patologiche.
Un quesito centrale per la terapia sistemica si chiede quali siano le storie, tra le tante che vengono narrate, che meritano un'attenzione particolare, come si interviene per trasformarle? (Telfener).
Modificare le narrazioni significa introdurre un cambiamento nelle premesse che generano il disagio.
La teoria e la tecnica etnopsichiatriche (Devereux, Nathan) si pongono nei confronti della narrazione e racconto del proprio percorso biografico in modo da sottolinearne il carattere di holding della sofferenza: uno strumento per ricollocare gli eventi in un ordine e in una costellazione dotati di senso.
L'Etnopsichiatria si occupa della salute mentale degli altri, dei migranti.
Nell'esperienza migratoria, specie se forzata e accompagnata da eventi traumatizzanti, il racconto e la memoria possono costituire un valido momento di ri-organizzazione dei progetti e dei desideri a lungo termine, spesso bloccati o spezzati.
E' proprio la pratica del racconto che consente di co-costruire assieme al paziente, e al gruppo etnopsichiatrico, il significato della violenza migratoria, controllandone così i possibili effetti devastanti e le crisi reiterate che non trovano possibilità di contenimento.
La pratica del racconto e la co-costruzione dei significati offre al terapeuta e al migrante la possibilità di utilizzare il rituale come dispositivo.
Tale dispositivo consente di ripensare lo sradicamento e il trauma che ne è derivato non in isolamento, ma nel contesto della narrazione, favorendo il restauro di uno sguardo sul mondo sociale e culturale delle persone.
La salute mentale del migrante e la sua psiche si avvantaggiano gradualmente della capacità di realizzare una storia di sé coerente e probabile, che tenga conto delle molteplici connessioni di senso che legano i mondi personali e culturali, nel paese di arrivo e nel paese di provenienza.
La narrazione tiene dunque conto di queste molteplici connessioni e definizioni di realtà, includendo mondi visibili e invisibili, rituali del paese di origine per mettere il paziente in una posizione di vantaggio nei confronti del paese di accoglienza, e del viaggio migratorio.
In questa esplorazione il racconto permette di incontrare eventuali incidenti psicopatologici, alleanze, oggetti feticci ecc.
Quando questi incontri si sono realizzati è possibile parlare di "narrazione terapeutica" nel senso che il significato della migrazione viene creato nel racconto stesso tramite la "narrativizzazione" della migrazione, dove l'azione del soggetto prende forma (in seguito i valori culturali e le relazioni sociali del paese di accoglienza collocheranno l'individuo e il suo personale percorso migratorio all'interno di riferimenti etici locali).
Questo approccio tiene conto delle contaminazioni tra Psicoanalisi, Antropologia, Etnologia, Psicologia clinica.

L'orientamento etno-sistemico-narrativo (Losi) ne rappresenta uno sviluppo in senso sistemico-relazionale ed una specificazione.

La Scuola offrirà gli strumenti per distinguere le narrazioni vitali, generate dalla condizione migrante, da narrazioni stereotipate, che pur rivelando il bisogno diffuso di individuazione in una struttura narrativa, conducono solo a isolamento regressivo.
Tale distinzione è cruciale per la comprensione di due "realtà narrative" con fini opposti: da un lato il proliferare dello "storytelling", dell'uso cioè delle storie a fine pubblicitario per suscitare il consenso al consumo o a determinate idee politiche; dall'altro le narrazioni mosse da una spinta liberatoria, cioè quegli 'atti narrativi' relativi e relazionali, animati da autenticità, che aprono alla complessità anziché ridurla e consentono gradi di libertà maggiore rispetto ai vincoli che irretiscono nel desiderio altrui.
Differenziare le narrazioni strumentali - che restringono gli spazi di libertà, immaginazione e pensiero - da quelle liberatorie e creative portatrici di senso, richiede un lavoro attento.
Anche l'attaccamento alla propria 'storia', l'aspetto rivendicativo insito in molte dinamiche di identificazione, può a sua volta 'chiudere' una storia anziché aprirla a un'esperienza più piena della vita.
L'approccio etno-sistemico-narrativo intende rivelare queste contraddizioni e aprire verso storie che le curano.

DIRETTORE RESPONSABILE
Natale Losi
COMITATO SCIENTIFICO
Gennaro Accursio
(Garante)
Natale Losi
Fabrice Olivier Dubosc
SEDE DIDATTICA
Roma
: Via San Crisogono, 39
DURATA
Il programma formativo e' della durata di 4 anni (2.000 ore di attivita')
METODOLOGIA
Il programma formativo dell'intero corso di studi si articola secondo 3 filoni: la teoria in un'ottica multidisciplinare, la formazione personale e il training clinico.

Corsi teorici: Formazione personale dell'allievo; Insegnamenti di base, caratterizzanti e integrativi; Convegni di studio.
Corsi pratico-clinici
Training clinico
: dal II anno, che include lavoro di gruppo.
Tirocinio presso Istituzioni pubbliche o private convenzionate.
PROGRAMMA

CORSI TEORICI (500 ORE)

A) Formazione personale dell'allievo
In questa parte del Corso si offrono all'allievo le basi dell'Antropologia culturale, della Psicologia
sociale e della Psicoterapia sistemico-relazionale, attraverso strumenti di analisi e di
osservazione delle dinamiche psicosociali in individui, gruppi e comunità, lungo un continuum
normalità-patologia, con l'acquisizione della capacità di individuare comportamenti sintomatici
sempre inseriti nel contesto socioculturale di ogni individuo o gruppo.
In particolare, l'allievo è invitato a presentare il proprio genogramma familiare trigenerazionale
in modo da apprendere strumenti e concetti dalla pratica su materiale "conosciuto" ed esposto
didatticamente.
Questo lavoro inizia il percorso di formazione personale dell'allievo che prosegue negli anni
successivi attraverso il training clinico.
Nel I anno di corso a tutti gli allievi viene data la possibilità di presentare il proprio genogramma.

Insegnamenti di base (primo biennio)

Le quattro aree disciplinari in cui si articolano gli insegnamenti teorici sono:

Psicologia Generale;
Psicologia dello Sviluppo; Etnopsichiatria e diagnostica
clinica;
Psicoterapia familiare a orientamento etno-sistemico-narrativo.
Gli insegnamenti di base riflettono un carattere multidisciplinare.
L'allievo
viene introdotto alla Psicologia generale e sociale con riferimento a stereotipi
e pregiudizi, alla Psicologia dei gruppi e delle relazioni interetniche, alla
Psicologia dello sviluppo con riferimento alle teorie dell'attaccamento e
all'approccio sistemico-relazionale con focus su epistemologia, linguaggio e
narrazione.
Una parte significativa dell'insegnamento riguarda la
Psicoantropologia della famiglia, e l'esposizione e discussione dei diversi
orientamenti della Psicoterapia familiare, inseriti in un contesto attualizzato
e comparato con l'orientamento etno-sistemico-narrativo.
In seguito,
vengono offerti moduli in Antropologia medica e Studi psicoculturali; in
Antropologia culturale ed Etnologia con particolare riferimento ai rituali e
all'efficacia simbolica; in Etnopsichiatria, Psicopatologia e in Psichiatria
transculturale. 

I moduli degli insegnamenti di base sono:

• Psicologia generale dei processi cognitivi e percettivi;

• Psicologia sociale e dei gruppi;
• Psicologia di comunità;
• Teorie dell'attaccamento in ottica transculturale;
• Epistemologia sistemica;
• Psicoantropologia della famiglia e origini della terapia familiare;
• Antropologia medica e studi psicoculturali;
• Antropologia culturale ed etnologia;
• Etnopsichiatria;
• Psicopatologia e psichiatria transculturale.
Insegnamenti caratterizzanti (primo e secondo biennio)

Lungo tutto il Corso gli allievi seguono alcuni insegnamenti caratterizzanti
finalizzati ad offrire saperi e tecniche più generali di intervento psicologico e
clinico e insegnamenti formativi specifici in riferimento alla Psicoterapia
individuale e familiare secondo un modello sistemico-relazionale ad
orientamento "etno-sistemico-narrativo". 
Gli insegnamenti sono così
distribuiti:

a) Insegnamenti formativi di intervento psicologico e clinico transculturale (primo biennio)

• Antropologia delle emozioni;

• Cultura e comunicazione;

• Psicodiagnostica transculturale;

• Teoria e tecniche dell'osservazione sistemico-relazionale e del colloquio psicologico;

• Teoria e modelli dell'intervento relazionale-sistemico nelle istituzioni.

b) Insegnamenti formativi di psicoterapia individuale e familiare secondo un modello
sistemico-relazionale ad orientamento "etno-sistemico-narrativo" (secondo biennio)

• Progetto migratorio e ciclo di vita: introduzione all'intervento psicoteraputico ad
orientamento "etno-sistemico-narrativo"
;
• Teoria e modelli dell'intervento psicoterapeutico ad orientamento
"etno-sistemico-narrativo" con migranti;

• Teoria e modelli dell'intervento psicoterapeutico ad orientamento
"etno-sistemico-narrativo" con famiglie migranti;

• Aspetti etici e deontologici della relazione psicoterapeutica ad orientamento
"etno-sistemico-narrativo".

Insegnamenti integrativi (secondo biennio)

A partire dal secondo biennio, gli allievi possono integrare il proprio progetto
formativo scegliendo tre moduli di interesse tra i seguenti.
(I moduli
vengono attivati con un gruppo di almeno 5 allievi.
Ogni modulo è della
durata di 9 ore). 
I moduli degli insegnamenti integrativi sono:
• Socio-linguistica ed etnometodologia;
• Multietnicità e relazioni interetniche;
• Migrazioni e narrazione;
• Trauma migratorio in soggetti vulnerabili (rifugiati, richiedenti asilo,
vittime di tratta);
• Psicologia dell'emergenza in situazioni di guerra;
• Coppie miste;
• Rituali modificati e prescrizioni complementariste;
• Mediazione culturale nella relazione terapeutica;
• Mediazione familiare in contesti interculturali;
• Adozioni internazionali;
• Minori e mediazione culturale a scuola;
• Maternità ed etnopsichiatria del bambino;
• Relazione d'aiuto in ottica transculturale.

B) Convegni di studio

CORSI PRATICO-CLINICI (1500 ORE)

Training clinico
dal II anno, che include lavoro di gruppo
Tirocinio
presso Istituzioni pubbliche o private convenzionate
NUMERO ALLIEVI PER ANNO DI CORSO
E' ammesso un numero massimo di 15 allievi.
TIROCINIO
Sono previste per ogni anno 140 ore di tirocinio.
ANALISI PERSONALE
La Scuola non richiede un'analisi personale obbligatoria, ma può consigliarla ad alcuni allievi.
In tal caso non sarà mai un docente diretto dell'allievo a farsene carico.
Dal punto di vista economico tale formazione personale dipende dal rapporto diretto con il terapeuta.
FREQUENZA ED ESAMI
Frequenza: 1 week-end al mese da Gennaio a Dicembre oltre a 2 seminari residenziali, organizzati nel corso dell'anno e dedicati all'approfondimento degli assi portanti della Scuola, rispettivamente: etno-sistemico-narrativo.
Il numero complessivo di ore per ogni anno accademico è di 500.

Le verifiche annuali sono funzionali all'accertamento dell'acquisizione dei concetti teorici che contraddistinguono la Scuola, e alla valutazione delle competenze maturate nella loro applicazione ed elaborazione personale.
E' prevista alla fine del I, II e III anno la stesura e discussione di un elaborato, (nel I e II anno su esperienze di lavoro e di studio e nel III Anno su casi clinici di tirocinio) con un docente della Scuola e con il proprio tutor.
Al termine del Corso il candidato dovrà redigere una tesi clinica. La tesi dovrà essere discussa con una Commissione scelta tra i Docenti della Scuola.
REQUISITI DI AMMISSIONE
Alla Scuola sono ammessi laureati in Psicologia e/o Medicina, iscritti ai rispettivi albi professionali.
E' possibile essere ammessi purché l'iscrizione all'albo avvenga entro la prima sessione utile successiva all'effettivo inizio dei corsi.
Laureati di discipline affini possono essere ammessi come uditori a insindacabile giudizio della Direzione della Scuola.
L'ammissione avviene dopo aver superato un colloquio di valutazione con un didatta della Scuola e relativa formalizzazione della domanda.
MODALITA' DI ISCRIZIONE
Le iscrizioni sono aperte tutto l'anno.
Il termine di presentazione della domanda di iscrizione è il 31 Dicembre di ogni anno.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni rivolgersi alla Scuola attraverso il form di contatto oppure telefonicamente al numero 331.7149736
COSTI
I e II anno € 3.800 da versare con le seguenti modalità: € 200 all'atto dell'iscrizione e 12 rate mensili di € 300.
III e IV anno € 4.400 da versare: € 200 all'atto dell'iscrizione e 12 rate mensili di € 350.
Sarà facoltà della Scuola applicare l'adeguamento ISTAT di Legge.

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